IL MORTO DEL MESE

mercoledì 25 aprile 2012

Chuck Colson (1931-2012)

FALLS CHURCH, VIRGINIA - I Watergate Seven perdono oggi un altro pezzo: Charles Wendell (detto Chuck) Colson, consigliere speciale di Nixon, colui che redasse la famosa Lista dei Nemici di Nixon ed ebbe, come potete ben immaginare già soltanto leggendo il nome del gruppetto di ardimentosi di cui fece parte, un ruolo fondamentale nello scandalo Watergate. Insomma un gran pezzo di pupù o, per dirla con le parole di Hunter S. Thompson:
You know Colson had that sign on the wall in his office saying ONCE YOU HAVE THEM BY THE BALLS, THEIR HEARTS AND MINDS WILL FOLLOW.
Proprio per i suoi tentativi nel coprire lo scandalo, il Colson fu arrestato e, una volta in carcere, scoprì la fede, diventando di colpo un pastore evangelico. Uscito di prigione dopo sette mesi, fondò la Prison Fellowship, sorta di organizzazione religiosa il cui obiettivo è una riforma del sistema carcerario nel nome di Dio:
Prison Fellowship's vision is that Jesus Christ's transforming grace and truth be manifested in the lives of prisoners and their families, as the local church and Prison Fellowship partner in Christ's work to restore prisoners to the community and Church as contributing members, bearing witness that no life is beyond the reach of God's power.
Alleluia! Nel 1993 ha ricevuto il Premio Templeton per il Progresso Religioso (premio che, rammentiamo, include un bell'assegnino da un milione di verdoni), ma quali sono i progressi che il Colson ha portato alla religione? Si potrebbe scrivere un romanzo a riguardo, ma ci basterà citare il fatto che Chuckino è stato, nel 2009, tra gli ideatori (ma quante magnifiche idee c'aveva 'sto tipo qua!) della Dichiarazione di Manhattan, nella quale si invitano tutti i credenti in Gesù Cristo alla disobbedienza civile nei casi in cui la legge va contro le sacre scritture (leggasi lottare con tutte le proprie forze contro i demoni della società moderna: omosessualità, aborto, divorzio, Darwinismo, Lady Gaga).

Non ci resta che salutarlo degnamente con le parole che gli dedica oggi il giornalista Jeff Sharlet:
Chuck Colson was a cruel, vain, and arrogant man in all phases of his life, a dissembler & a hater to the end. RIP.
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Morirono così