IL MORTO DEL MESE

mercoledì 21 marzo 2012

Tonino Guerra (1920-2012)

SANTARCÀNZUL, RUMÂGNA, ITÂGLIA - Al buon Dio non deve essere piaciuto il suo recente incitare i romagnoli contro certe censure cattofasciste, e così ha deciso finalmente di chiamare a sé il grande Tonino Guerra, poeta, sceneggiatore e pittore romagnolo. Probabilmente molti di voi se lo ricorderanno esclusivamente a sparare cazzate sull'ottimismo nella pubblicità dell'Unieuro (tra l'altro ho appena scoperto che Fabio De Luigi, il tizio che lo parodiava con l'Ingegner Cane, è un suo pronipote).

Già che ci siamo, vi siete mai chiesti chi cazzo fosse 'sto Gianni che lui chiamava sempre al telefono? Beh, a quanto pare si tratta di Gianni Giannini, un amico di vecchia data del poeta, che a causa di uno strano handicap non riesce a udire la voce umana, ma solo il canto degli uccelli (mah).

Quello che forse non sapete è la quantità (e la qualità) di film di cui è stato sceneggiatore: insieme al grande amico Fellini scrisse Amarcord, poi ha lavorato con Antonioni (La notte, L'eclisse, Deserto rosso e addirittura Blow-Up e Zabriskie Point), con Elio Petri (il bellissimo La decima vittima), con Monicelli (Casanova '70 e Caro Michele), con Angelopoulos (Il passo sospeso della cicogna), con De Sica (Matrimonio all'italiana), con Tarkovskij (Nostalghia) e tanti altri che ora mi scoccio ad elencare (sono più di cento). E scusate se è poco.

Ma Tonino Guerra era soprattutto un poeta (nonché pittore: ecco qualche quadro random, sono abbastanza inguardabili), quindi tosto vi proponiamo un suo componimento:
I scarabócc
Quést l'è al murài
e quést l'è i scarabócc
ch'a féva da burdèl
se calzinàz,
da mén da ch'ò tachè
andè dri me braz
par fè una réiga lònga
e quèlch invrócc.

Quést l'è al murài
e quést l'è i scarabócc.
Eh lo so, non si capisce una parola. Beh, Tonino, qui ci salutiamo, t'immaginerò vagare per sempre nella fitta nebbia padana come il nonno di Amarcord:
Ma dov'è che sono? Mi sembra di non stare in nessun posto. Mo se la morte è così... non è mica un bel lavoro. Sparito tutto: la gente, gli alberi, gli uccellini per aria, il vino. Tè cul!
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Morirono così