IL MORTO DEL MESE

lunedì 20 febbraio 2012

Lelio Cantini (1923-2012)

FIESOLE, TOSCANA, ITALIA - E' volato finalmente in cielo anche "don" Lelio Cantini, il sacerdote fiorentino diventato famoso per le valanghe di bambini che si è scopato fra gli anni '70 e '80. Massì, perché vi scaldate tanto, avete per caso letto qualcosa sulla Bibbia che condanna la pedofilia? C'è scritto che non puoi mangiare i pipistrelli (Levitico 11,19), ma non che non puoi stuprare un bambino, quindi non rompete le palle e lasciate fare ai presbiteri il loro lavoro.

Noi chiaramente non crediamo a queste calunnie, per altro arrivate decisamente in ritardo, sono nel 2004. Secondo le testimonianze degli ex bambini violentati, don Cantini spacciava gli abusi come rituali, tra cui rapporti completi consistenti in fellatio e deglutizione del liquido seminale (sic), tramite i quali si sarebbe realizzata la più piena comunione eucaristica (ri-sic). Avete capito, brutti atei checche comunisti? Ma quali abusi sessuali, ai bambini lui dava l'eucarestia! Solo che aveva finito le particole e quindi...

Nonostante la palese infondatezza delle accuse, nel 2004 l'arcivescovo di Firenze lo fece trasferire "per motivi di salute" ad altra sede, sostenendo che fosse ormai non processabile a causa dell'avvenuta prescrizione secondo il diritto canonico. Nonostante questo la scure della giustizia ecclesiastica si abbatté sul povero don Cantini con inaudita violenza: il Santo Uffizio dispose un processo sbattendosene della prescrizione e nel 2007 lo condannò a una pena esemplare:
il priore non potrà né confessare, né celebrare messa in pubblico, né assumere incarichi ecclesiastici, e per un anno dovrà fare un'offerta caritativa e recitare ogni giorno il Salmo 51 o le litanie della Madonna
Le diciotto presunte vittime di don Cantini s'incazzarono perché ritenevano troppo leggere le pene inflitte (questo perché non sanno che significa recitare ogni giorno il Salmo 51), così si lamentarono di nuovo con arcivescovo e Santa Sede, finché nel 2008 fu finalmente spretato.

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Morirono così