IL MORTO DEL MESE

sabato 31 dicembre 2011

Don Luigi Maria Verzé (1920-2011)

OSPEDALE SAN RAFFAELE, MILANO 2 - Don Verzé a pezzi: dopo il suicidio del suo braccio destro avvenuto la scorsa estate, si suicida oggi anche il suo cuore.

Ed ora una nuovissima rubrica... botta e risposta con il defunto:
Ho pensato di fare come Gesù Cristo che dopo aver guarito tanti ammalati e dopo averci donato una dottrina salvatrice, fu arrestato, calunniato e condannato alla croce: non si è difeso.
Peccato che nessuno ti c'ha inchiodato per davvero.
Fidel Castro è un grand'uomo. Così prepotente, così simpatico. Mi faceva portare l'olio del mio Veneto e il Recioto. Dieci bottiglie: una la apriva in Consiglio dei ministri, le altre nove se le beveva lui. Ore e ore a parlare di tutto. Un carisma che ritrovo solo in Gheddafi.
See vabbé, ora mi dirai che pure Berlusconi è un gran ficaccione!
Di recente mi sono incontrato con Berlusconi. Abbiamo rievocato i nostri precedenti incontri. La prima volta ci vedemmo in ospedale, al San Pio X. Erano i primi Anni 70, lui era un giovane imprenditore. Ed era malato seriamente. Io gli parlai: "Lei guarirà e farà grandi cose". Nel '94, al tempo della sua discesa in campo, gli dissi che lui era una benedizione per il Paese, un dono di Dio all'Italia.
Ma io mica dicevo sul serio... e poi un dono de che? Era meglio se ci cacava in testa, se proprio voleva farci 'sto bel regalo.
Sono stato grande amico di Giussani. L'ho curato per dieci anni, l'ho tenuto qui sino all'ultimo, gli portavo in camera Berlusconi. Si adoravano. Berlusconi si sedeva sul suo letto, si abbracciavano, si baciavano.
Bleargh! Che immagine disgustosa.
I debiti sono un problema del mio socio di maggioranza, Dio.
E allora me le pagasse lui, le bollette.
Io amo la macchina come espressione della nostra capacità intellettuale.
E allora perché ti sei messo a comprare gli aerei?
Il corpo di Cristo.
Amen.

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Morirono così